LO ZODIACO DELLE PRINCIPESSE: AURORA (VERGINE)

Per la Vergine ho scelto AURORA, l’indimenticabile Bella Addormentata nel Bosco. Forse perché è una principessa che non sa di esserlo, e in questo senso ha in comune con la Vergine la delicatezza, l’umiltà e la profonda nobiltà d’animo. Vive nella semplicità più assoluta, a contatto con la natura per la quale nutre un amore profondo e spontaneo. Come la Vergine, è silenziosa, discreta, equilibrata. Nella versione dei fratelli Grimm si chiama Rosaspina, con riferimento ai cespugli di rovi che circondano il castello durante il suo sonno centenario, ed il suo stesso nome mi ha fatto subito pensare a quello di Proserpina, la Vergine della mitologia greca, rapita da Ade (Plutone) mentre raccoglieva i fiori sulle sponde del lago.

Probabilmente perché Plutone (proprio come la Strega Malefica della “Bella addormentata”) non tollerava l’idea dell’esistenza stessa di una creatura così onesta ed innocente. Plutone rappresenta infatti il “buio”, il “lato-ombra” delle cose, non nel senso di “cattivo” ma senz’altro di non ancora pienamente illuminato e compreso. Proprio come l’inconscio, o come l’Ombra di Jung. E dal suo punto di vista, è inconcepibile che esista una fanciulla così armonicamente legata alla natura (che sono espressione del Sole, la “luce”) da esprimerne il lato più luminoso e trasparente. Ed è forse per carpire questa luminosità che Plutone tenta di rapire Proserpina per costringerla a vivere nell’Ade. Forse questo è lo stesso tipo di profonda invidia che Malefica nutre nei confronti di Aurora. La stessa invidia che la spinge a cercare di distruggerla facendola sprofondare in un sonno eterno (espressione massima del “buio”).

Andando avanti con le analogie tra Proserpina e Rosaspina/Aurora, Ade la rapisce e la porta agli inferi. Per catturarla le offre un melograno. La fanciulla lo mangia, ignara del fatto che si tratti di un frutto proveniente dagli inferi e che, chiunque lo mangi, è condannato a restarne catturato. La mamma Demetra, disperata per il rapimento della figlia (proprio come lo sono i genitori di Aurora) si rivolge Zeus. Questi intercede presso il fratello Ade e i due raggiungono un accordo. Dal momento che Proserpina ha mangiato solamente sei semi di melograno, rimarrà agli inferi solamente per sei mesi l’anno. E naturalmente si tratta dei mesi dell’autunno e dell’inverno, quando la natura entra in letargo e le forze del buio prendono il sopravvento. Abbandonata dalla luce di Proserpina, la natura “dorme” proprio come Aurora nel castello avvolto dai rovi.

Nei sei mesi successivi, però, alla fanciulla è concesso di fare ritorno sulla terra per donarle nuova luce (dando vita alla primavera e all’estate). Questo bellissimo mito rievoca lo stretto collegamento che esiste tra il segno della Vergine e i cicli della natura, primo tra tutti il ciclo delle stagioni. Quando si chiude il mese della Vergine, si chiude anche la stagione estiva: Proserpina torna “prigioniera” dell’Ade e la natura inizia il suo declino. Ma sei mesi dopo, quando il Sole lascia i Pesci per tornare in Ariete, Proserpina viene “liberata” dal buio, torna sulla terra e dà il via ad un nuovo semestre di luce e di calore.

La Vergine è forse il segno che ha il più stretto rapporto con la Natura: non c’è segno che vi sappia “dialogare” meglio. Si dice che ami l’ordine, e questo in parte è vero. Ma quello che è davvero importante per lei non è l’ordine degli abiti nell’armadio, ma qualcosa di molto più grande. La Vergine ama l’ordine delle cose, quell’insieme ordinato di cause ed effetti di cui la natura è intessuta e che per lei rappresentano la più grande delle certezze. Della natura ti puoi “fidare”, puoi confidare che al buio dell’inverno seguirà sempre la rinascita della primavera, che alla notte segue sempre il giorno e che i pianeti si manterranno saldi nelle proprie orbite.

Ecco, ciò che la Vergine riesce a scorgere (ed amare) più di chiunque altro è la bellezza ordinata della natura. “L’ingegneria genetica di un fiore”, per dirla con Renato Zero. Ed è per questo che, per quanto sia un segno sobrio e misurato, puoi sorprenderlo a commuoversi di fronte alla bellezza del mare, o di un tramonto, o di un cucciolo appena nato. Perché, e questa è una cosa che pochi comprendono, sotto quella scorza più seria e logica, la Vergine ha dentro di sé un’oceano di emotività che cerca solo i giusti sbocchi per essere espressa.

Buon Natale e buon 2024, Vergine!
Con amore,
xxx
S*



 
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