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BIOGRAFIA DI UN’ECLISSI, SPECCHIO DELLE RELAZIONI


BIOGRAFIA DI UN’ECLISSI, SPECCHIO DELLE RELAZIONI

Ciao a tutti! Come state? Vorrei dedicare un breve approfondimento alla Luna Piena in eclissi totale che potremo ammirare domani sera (venerdì 27 luglio) a partire dalle 21.30. La Luna resterà eclissata per un tempo eccezionalmente lungo (oltre due ore) e questo la rende una delle più interessanti e “potenti” di quest’anno. Innanzitutto, come ormai saprete benissimo perché lo ripeto sempre, il plenilunio è la fase culminante del mese lunare, il momento di massima luminosità e manifestazione dell’intero ciclo. E anche in termini astrologici è spesso un momento di particolare sensibilità, nel quale avvertiamo di più i nostri stati d’animo, vediamo con maggiore chiarezza in che direzione stiano andando le nostre iniziative di vita. Spesso con la Luna Piena nascono i bambini, si firmano i contratti, ci si dà il primo bacio, si mette il punto ad una relazione e così via. Perché dal punto di vista simbolico è come se la Luna Piena rappresentasse il momento in cui il seme di ciò che si sta preparando, sbocciasse nel “fiore” di un atto concreto e tangibile.

La Luna Piena in eclissi, poi, fa sentire con un’intensità “aumentata” il suo potere rivelatore. Spesso si ricollega ad altri periodi del passato, riportando in mente vecchi dilemmi e riflessioni. Vediamo perché. Forse non tutti sanno che le eclissi sono un fenomeno “seriale”. Ogni eclissi appartiene ad una stessa Serie (o “famiglia”) che si ripresenta ogni 18 anni. L’eclissi lunare del 27 luglio, quindi, ha già fatto visita ai nostri cieli nel 2000, nel 1982, nel 1964, nel 1946 e così via. E ciascuna Serie ha proprie caratteristiche ben precise, ci consegna di volta in volta messaggi che si ripetono con un simile valore simbolico. Perché l’eclissi “nasce” ad uno dei due poli (Nord o Sud), torna ogni 18 anni allontanandosi ogni volta di più dal Polo ed avvicinandosi all’equatore, che raggiunge dopo 622 anni (dopo essersi manifestata per 35 volte). Quella è la sua “mezz’età”. Da lì in poi, inizia il suo girone di ritorno, quello che dall’equatore la porta verso il Polo opposto a quello in cui è nata, dopo vivrà altri 622 per poi lasciare definitivamente il nostro pianeta. E’ un’immagine suggestiva, come se ciascuna eclissi fosse un personaggio che vive 1244 anni, che viene a trovarci ogni 18 anni per consegnarci un certo messaggio, per farci riflettere su determinati temi.

L’Eclissi del 27 luglio appartiene ad una Serie antichissima (la SS 2 Nord), tanto che quella di quest’anno è la sua penultima apparizione, e nel 2036 (tra 18 anni) tornerà a salutare la Terra per l’ultima volta. E’ “nata” infatti il 24 giugno 792 sotto il segno del Cancro. Per decifrare il suo messaggio, quindi, il primo indizio che abbiamo è proprio il suo segno zodiacale, segno che rappresenta la famiglia, le radici, ma ancor prima il concetto di appartenenza. A livello simbolico, infatti, l’archetipo del Cancro esprime proprio la vocazione a legarsi e creare strutture emotive solide e permanenti. Prima tra tutti, la coppia, la famiglia, il legame con il “clan”, l’attaccamento alle proprie radici familiari, al territorio, il senso di appartenenza ad un nucleo nazionale, e così via.

Guardando il tema di nascita di questa Serie di eclissi, direi che il suo messaggio tocca soprattutto la sfera delle relazioni interpersonali. Ci spinge a cercare le persone (e le situazioni) giuste con le quali ci sia un potenziale di costruzione di qualcosa che aspiri a durare nel tempo. Ma ci spinge anche ad assumerci le responsabilità di una relazione importante, a non “spaventarci” (o “scappare”) quando le cose si fanno “serie” ma, al contrario, a cercare dentro di noi ed esprimere valori di tenacia, resistenza, stabilità. In certi casi, di fronte ad una relazione traballante o indefinita, ci spinge verso una presa di posizione più chiara: o è “sì”, o è “no”. Perché trascinare un’indecisione non serve a niente e crea solo maggiori distanze. Se è “sì”, ci spinge a rompere gli indugi, a tuffarci senza freni o titubanze e a viverla al 100%. Se è “no”, ci suggerisce di “tagliare” perché gli strascichi indefiniti nei rapporti creano solo distanze. Ancora: è una Luna Piena che ci spinge a parlare delle cose senza tenersele dentro. Perché un dubbio, un malumore “espressi” una soluzione la trovano, mentre quando sono “repressi” finiscono per montare dentro, si stratificano e danno vita a “mostri” che dopo un po’ vivono di vita propria. Alla fine ci dimentichiamo persino da cosa abbiano avuto origine, ma creano un fastidio indistinto, come un rumore di fondo, che ci influenza negativamente.

Nel tema di nascita dell’eclissi ci sono due quadrature Fuoco-Terra (tra Plutone in Capricorno e Marte in Ariete, e tra Venere in Leone e Saturno in Toro) che hanno un senso simile: lo spirito di conquista (fuoco) deve fare i conti alle volte con la necessità di conservare e preservare ciò che si è costruito (terra). Questo vale naturalmente nelle relazioni affettive, dove per definizione l’esistenza di un legame, di un impegno e di un progetto esclude (o, comunque, dovrebbe escludere) rapporti “paralleli”. Ma vale in termini molto più ampi, dal lavoro ai progetti personali di vita, dove inevitabilmente si alternano fasi di sperimentazione a fasi di conservazione e consolidamento. Soprattutto per i segni più indomiti e portati al cambiamento (fuoco e aria) questa eclissi può rappresentare un invito a “fermarsi” un attimo, a prediligere la costruzione alla innovazione. Anzi, facciamo un passo indietro. Questa eclissi non dice “fermati”, quanto piuttosto “dai il giusto valore a ciò che hai, coltivalo e proteggilo nel modo giusto. E, se devi fare un cambiamento, non farlo in modo impulsivo ma soppesa bene ciò che lasci e ciò che pensi di trovare”. Ecco, andando al succo dare il giusto valore alle cose, comprendere la loro reale importanza, è forse il vero messaggio di questa eclissi, declinato naturalmente in mille diversi modi, in ciascun ambito della vita. 

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