BILANCIA: OROSCOPO 2019

BILANCIA: OROSCOPO 2019

Cara Bilancia,
negli anni scorsi potresti aver avuto la sensazione di vivere all’ombra di qualcun altro. Di non sentirti abbastanza valorizzata o riconosciuta, come una “ghostwriter”. Può darsi, perché prima di uscire allo scoperto c’era bisogno di costruire una maggiore indipendenza e soprattutto una maggiore sicurezza in te stessa. Bene, questo è l’anno in cui lasciare l’ombra delle quinte ed intercettare il riflettore dell’attenzione che meriti. “A me gli occhi, please!” – potresti dire con orgoglio e determinazione – “ci sono anch’io, e ho molto da dire”. 

Già, molto da dire. Tanto che #FuoriLaVoce potrebbe essere il giusto hashtag per descrivere un anno nel quale vince chi parla chiaro e non si auto-censura. Troppe volte in passato la voce si è impigliata da qualche parte nel suo percorso, talvolta accidentato, dalla testa (e dal cuore) alla bocca. Troppe le cose non dette, le idee non approfondite, le questioni non affrontate. Benissimo: quest’anno le tiriamo fuori tutte! Ma intendiamoci, non mi riferisco solo a rivendicazioni, recriminazioni e discorsi da affrontare. No no! Mi riferisco soprattutto a tutto ciò che hai da dire (in termini di idee, progetti, ispirazioni) che in passato non hai detto per paura di non essere pronta, di dare troppo nell’occhio. Mi riferisco al fatto che negli ultimi anni molti nati del segno hanno mandato avanti qualcun altro, si sono messi a disposizione delle esigenze del partner, o della famiglia, e c’era sempre qualcosa che veniva prima della loro realizzazione personale e professionale. Ora, la musica inizia a cambiare. 

Facciamo un piccolo passo indietro. Da qualche anno, la Bilancia sta lavorando alla costruzione di una maggiore indipendenza. Sta lavorando per emanciparsi da tutto ciò che in precedenza l’ha tenuta sotto scacco, per sentirsi più forte e libera di puntare su se stessa. Tanti “silenzi”, tante situazioni in cui non ha preso la parola per imporsi o affermarsi, somigliavano ad una “chiusura per lavori in corso”, e non certo ad una “chiusura per cessata attività”. Tutt’altro! Si lavorava ad una maggiore indipendenza economica, personale, psicologica. Ecco perché pur di rafforzare le finanze e non dipendere economicamente dagli altri, ad esempio, qualcuno potrebbe essersi accontentato di un ruolo secondario, una posizione “scomoda” o  poco “sentita”, talvolta essere sceso a patti con il diavolo (di un socio o collaboratore). Ecco perché, pur di costruire una maggior solidità affettiva, qualcuno potrebbe essersi dedicato per un certo periodo più alla famiglia che al lavoro. Adesso che il cantiere è a buon punto, la Bilancia si sente pronta ad investire di più su se stessa, ad esporsi di più, a farsi avanti e conquistare un ruolo di maggiore protagonismo. 

Per tutte queste ragioni, ti ho dedicato un film che parla proprio dell’importanza della voce, di saperla tirare fuori e di tutto il lavoro su se stessi che sta dietro ad un discorso di vita ben articolato. Mi riferisco naturalmente a “Il discorso del re”, un film che non è solo un capolavoro di cinematografia, ma anche un racconto di grande ispirazione. Due parole sulla trama: il protagonista è il principe Albert (Bertie), secondogenito di re Giorgio V e papà dell’attuale regina Elisabetta II. Nel 1925 è chiamato a tenere il discorso di chiusura allo stadio di Wembley a Londra, ma un forte problema di balbuzie gli impedisce di pronunciare una sola parola. Grande imbarazzo a corte, grande disagio per il principe. Che fortunatamente è il secondogenito: non è chiamato al trono, può rivestire a corte un ruolo meno esposto e per certi versi dedicare tempo alla famiglia. Solo con la moglie e con le figlie Margaret ed Elizabeth i problemi di balbuzie sembrano sparire, per riapparire “stranamente” però – più accentuati che mai – quando Bertie è in presenza del padre, Re Giorgio V. Sarà mica perché un padre monarca rappresenta la massima espressione dell’autorità e del peso delle aspettative? Lo dico perché questo non è solo il nodo centrale del film, ma anche di molti tuoi silenzi degli scorsi anni. 



 
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