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QUELLA “E” CHE FA LA DIFFERENZA

C’era una volta un bambino che a sette anni leggeva l’Unità, che alle elementari non giocava a pallone durante la ricreazione, che amava stare al centro dell’attenzione ma quando aveva bisogno di isolarsi aveva la capacità di svanire e volatilizzarsi.

Crebbe con il naso perennemente verso il cielo. Già alle medie aveva elaborato una prima bislacca teoria su come il tempo fosse articolato in “cuspidi” formate da una parabola ascendente, un punto culminante e una parabola discendente.

Lo Spazio lo affascinava moltissimo ma il Tempo batteva qualsiasi altra forma di Mistero. Aveva la sensazione che qualcosa sfuggisse a qualsiasi tentativo di comprendere il concetto di tempo, soprattutto perché gli uomini per loro uso e consumo lo avevano trasformato da circolare in lineare, condannandosi così per sempre a non capirci più nulla. Non che lui pensasse di capirci alcunché ma semplicemente pensava che la strada fosse quella sbagliata.

Crebbe, continuando di quando in quando a buttare un occhio al cielo, che non si sa mai.
Anni dopo incontrò l’astrologia, e come tutti i più importanti incontri avvenne in modo casuale. Va detto ad onor del vero che una certa curiosità empirica verso i segni zodiacali l’aveva sempre avuta, insieme ad un incrollabile orgoglio per il proprio segno: l’Acquario. Gli sembrava che esprimesse con una inequivocabile nitidezza la sua tendenza a volare via con la fantasia, la sua curiosità da pioniere e la sua capacità di scomparire diventando invisibile. L’incontro con lo studio avvenne a causa di una cena con una decana della materia, la grande Luisa De Giuli del TG5. Si ritrovarono seduti l’uno accanto all’altro ad una cena, e dopo lungo colloquiare la De Giuli disse: “Mi sembri molto portato, vorrei organizzare un corso dopo l’estate. Semmai ti coinvolgerò”.

Trascorse l’estate. Lui ci pensò, ci ripensò e se ne beò. E – vergognosamente perfezionista qual’era (e qual è) – pensò di leggere qualche libro per darsi un’infarinatura e non farsi trovare completamente digiuno dalla futura docente. La De Giuli non organizzò mai un corso ma lui nel frattempo s’era infarinato fin troppo e non si volle mai più sfarinare.

Comprò il suo primo libro il 7/11/2010 durante un breve viaggio di lavoro negli stati uniti. Più avanti, quando il suo tema natale fu esaminato da un astrologo più esperto, si seppe che tale evento non aveva scelto una data a caso per accadere, ma aveva beccato esattamente un punto di svolta talmente importante che nell’arco di tutta la vita umana si verifica due o – in casi più rari – tre volte al massimo! Rivoluzione copernicana quindi, all’epoca ovviamente del tutto inconsapevole.

Non è facile spiegare questa cosa, ma ci provo. Immaginate un ciclo di lunazione: dura 29 giorni circa, da luna nuova a luna nuova, passando per il primo quarto, per la luna piena e per l’ultimo quarto. Immaginate che esistano una serie di lunazioni “esistenziali” della durata di 29 anni circa ciascuna, anziché 29 giorni come la normale lunazione. In questo “macro-lunazioni”, ogni giorni della lunazione normale corrisponde ad un intero anno. E nella vita, come dicevo, ce ne al massimo tre complete. Beh, quel 7/11/2010 il nostro bambino dell’Unità ormai 38enne riceveva la sua seconda Luna Nuova esistenziale! Era l’alba di un nuovo ciclo destinato a progredire per i 29 anni a seguire!

Prima o poi scriverò anche un resoconto astrologico più dettagliato di questo evento, ma torniamo al “nostro” che da quel primo libro non smise mai più. Qualche mese dopo, le sue letture divennero troppo disordinate, persino per i suoi standard molto elastici in questo senso, e decise di iscriversi ad una scuola nella quale incappo’ casualmente. Una Scuola di Astrologia di Londra, fondata nel 1948. Questo particolare lo colpì molto: erano trascorsi solo tre anni dalla fine della seconda guerra mondiale e a Londra qualcuno aveva pensato bene di fondare una Scuola di Astrologia. Dovevano essere ben motivati! Fu immediatamente la “sua” scuola. Anche la data in cui si iscrisse, il 3/2/2011, con il senno di poi avrebbe svelato un altro importante evento astrologico, non raro e unico come quello del precedente mese di novembre ma simbolicamente prezioso.

Passavano i mesi. Studiava. Si appassionava, incuriosiva sempre più, ma ogni tanto si spaventava un po’. Perché l’astrologia a differenza di tante altre “materie” alle volte può anche fare un po’ paura. Si bloccò. Riparti’. Si ribloccò e di nuovo ripartì e intanto qualcuno gli diceva pure che era bravino.

Nel frattempo aveva sempre un altro lavoro, impegnativo e a tratti ingombrante: mentre il sole illuminava il suo lavoro, era la luna con le atmosfere rarefatte e rivelatrici ad illuminare i suoi studi. Ma andava bene così. Gli pareva di penetrare i segreti di un nuovo sistema di pensiero. Ne coglieva la vastità e la capacità di spiegare molti misteri orizzontali e verticali di questa dimensione dell’esistenza. Elaborò azzardati accostamenti, e quasi altrettanti ne scartò, convinto che la soddisfazione di un viaggio di ricerca non si annidasse tanto nella definitiva scoperta (un Graal che pochissimi realmente intravedono) ma nel percorso, in alcuni casi davvero appassionante.

Trascorsero due anni e mezzo, e un bel giorno qualcuno molto vicino a lui (e cioè l’immancabile Claudio Roe) gli chiese: “Ma dopo tutto questo studio, non vorresti trasformare questa passione in qualcosa di più concreto?”.Capitò su Facebook quasi per caso. Aveva sentito dire che esistevano delle Pagine con i fan ma non ne aveva mai vista una. Aprì un profilo per curiosità e mente modificava l’immagine del profilo sperimentando l’armonia estetica dell’orologio astrologico di Praga a confronto con un’immagine dell’universo “visibile”, apparve silenzioso il primo MI PIACE. Fu uno shock e una frustata, che gli fece arrossire i pensieri.

A qualcuno “piace” anche se ancora non esiste! Che prova di fiducia! E adesso? Nel frattempo i Mi piace arrivavano: 90 nel primo giorno, 200 al termine del secondo. 350 al termine della prima settimana. 1000 al termine del primo mese. E lui sbalordito e sopraffatto, lentamente cercava di pubblicare e “inventare” l’oroscopo mensile, quello settimanale e altre curiosità.

Era il 30/3/2013. Torniamo un attimo indietro, torniamo alle lunazioni “esistenziali” di 29 anni. Sapete quanti giorni occorrono in una normale lunazione perché la Luna Nuova (che è buia e non visibile) mostri la caratteristica “falcetta” del Primo Crescente? Occorrono due giorni e mezzo. Rapportati alla lunazione “esistenziale” diventano due anni e mezzo. Beh, per straordinario che possa apparire (mozzafiato, direi!), due anni e mezzo sono esattamente la “distanza” tra quel 7/11/2010, giorno in cui nasceva la buia Luna Nuova dell’astrologia, e quel 30/3/2013, il giorno in cui quella luna nuova mostrava il suo primo crescente e diventava visibile attraverso la pagina di Simon & The Stars!!!

Ovviamente tutto questo gli fu chiaro dopo, ma accadde con la spontaneità irrefrenabile di un ruttino, senza calcoli e senza cognizione. accadde per caso, come le cose più preziose ed irrinunciabili della vita.

Fu così che Simone divenne Simon. Forse perse la “E”, o forse la accentò e la trasformò in un irrinunciabile E’.

Tanto altro deve ancora accadere, altroché… perché la bellezza del viaggio è nel percorso e non nella destinazione! E voi stati non siete stati “testimoni” ma stimolatori, catalizzatori, battezzatori di tutto ciò che sta diventando questa casa di Simon. Ha solo un anno, muove i primi passi gattonando, ma ha la sensazione di essere sulla strada giusta (la “sua” strada) e questo significa che ogni passo è prezioso ed appassionante.

Vi ringrazia ad uno ad uno per tutte le cose straordinarie che gli scrivete giorno per giorno. Ormai ci ha preso gusto, si diverte come un pazzo e lo deve a voi! Mi ha chiesto di portarvi i suoi saluti perché da buon Acquario ogni tanto ha i suoi momenti di pudore e di timidezza, e ha chiesto a me di raccontarvi la sua storia. Che volete fare… ci vuole pazienza! :)
Simon(e)