ACQUARIO: OROSCOPO 2019

Per certi versi, abbiamo fatto un po’ come Jack Skeleton, il mitico protagonista di “Nightmare before Christmas”. Osannato come “Re delle Zucche”, Jack è una vera star! Trascorre tutto il suo tempo ad organizzare la notte di Halloween. I suoi concittadini lo amano e lo venerano al punto che l’indomani del grande evento, gli fanno già notare che mancano “solo” 364 giorni al prossimo! Jack ne è lusingato, ma questa continua pressione comincia a stancarlo un po’. Sente il peso della routine, delle aspettative e, soprattutto, di essere confinato entro i contorni del suo ruolo. (Qui apriamo una brevissima parentesi: non ci scordiamo che l’Acquario è un anti-Leone. È un segno di grande protagonismo, solo che lo vive in maniera diversa da quella del Leone. Il suo protagonismo consta nel diventare “indispensabile” per gli altri. Salvo poi sentire spesso il peso di questo ruolo, in aperta antitesi con la sua natura indipendente, e cercare un modo per tornare “libero”. Alla base di questo desiderio di “centralità”, naturalmente, c’è una basilare insicurezza in se stesso e nelle proprie potenzialità, che lo porta spesso a cercare il consenso. Questo circolo “vizioso” si spezza naturalmente lavorando sulla sicurezza personale. Questo è il nodo centrale della questione, è qui che si comincia a lavorare quest’anno ed è per questo che il 2019 è l’anno Zero di un importantissimo processo di ristrutturazione interiore ancor prima che esteriore. Ma ci arriveremo tra poco). Adesso torniamo al nostro Jack, che a forza di organizzare la notte di Halloween comincia a dubitare della natura dei propri reali desideri. “Re del blu, re del mai, non ho più dentro me, quella voglia di terrore e di guai canta sconsolato mentre vaga in cerca di nuovi input e stimoli in grado di riattivare la sua creatività.

Finché si imbatte nella città del Natale, un mondo completamente diverso. Ne resta sbalordito. In quel «Cos’è?!» c’è tutto lo stupore di chi vede qualcosa di nuovo e ci si butta a capofitto. Ecco la sua nuova missione: sostituirsi a Babbo Natale e prendere in mano le redini di questa nuova festa. Il “problema” è che Natale non è la sua festa. Non rappresenta la sua natura, non è un cambiamento realmente sentito, maturato e desiderato. È più che altro una via di fuga. Perché alla fin fine, un cambio di vita è realmente possibile, ed è ciò verso cui molti nati del segno si avviano. Ma richiede un cambiamento radicale, ed un processo di graduale ricostruzione. Se Jack avesse realmente sentito il Natale come la reale espressione dei suoi desideri, avrebbe forse dovuto trasferirsi in quel luogo magico, magari incominciare facendo da assistente a Babbo Natale per accostarsi ad un nuovo mondo e comprenderne le regole. Invece lo rapisce, si sostituisce a lui tentando di importare la sua festa nel regno di Halloween. Dove non viene capita. Al punto che Jack finisce per creare un ibrido tra i doni, incanto, felicità e spavento (“Beh, tanto vale che gli dia quello che vogliono” dice ad un certo punto mentre cerca di spiegare il Natale agli abitanti di Halloween). Ecco, il pericoloso “questo e quello” che ha creato tante difficoltà a molti Acquari negli scorsi anni. Quel voler “indossare una pelle sull’altra” senza comprendere fino in fondo quale fosse quella “giusta” per sé e sceglierla senza riserve. Il Natale di Jack non si può definire un successo (anzi, è un disastro su tutta la linea) semplicemente perché quella non è la sua materia. Molti nati del segno hanno avuto esperienze simili. Anche per me tutto sommato non fare il libro la scorsa primavera (il periodo più difficile del 2018) preso dal desiderio di fare altro è stata una scelta di cui puntualmente, in autunno, mi sono pentito. Ma serviva, serviva tantissimo, per capire quali fossero le priorità, quali fossero le cose che fanno realmente sentire appagato. E quali invece fossero semplicemente dei giri di campo in un campo che non è il proprio. Utili per trarre ispirazione, per vedere nuovi panorami, salvo poi tornare alle cose che realmente si amano e concentrarsi su quelle. Per certi versi, è stato davvero un anno-frullatore, dal quale molti escono stanchi ed affaticati, ma è stato anche molto molto prezioso. 



 
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