Il Cielo del Momento

I DODICI DONI


“A te, Bilancia, io affido la missione di servire, affinché l’uomo sia attento ai propri doveri verso gli altri. Lui deve imparare tanto a cooperare quanto a riflettere sull’altro lato delle proprie azioni. Io ti porrò ovunque regna la discordia. Per aiutarti nei tuoi sforzi, io ti regalo l’Amore”.
E la Bilancia tornò al proprio posto.

“A te, Scorpione, io dò un compito molto difficile. Tu avrai la capacità di conoscere l’anima umana, ma non ti permetto di parlare di ciò che imparerai. Sarai spesso triste nel vedere come sono realmente le cose e ciò che ti distoglierà da me e ti farà dimenticare che non sono io la causa del tuo dolore ma la perversione del mio pensiero. Penetrerai l’anima umana così bene che finirai col vedere l’uomo come una bestia e nel tuo intimo lotterai così ferocemente contro questa bestialità che ti smarrirai. Ma quando tornerai da me, Scorpione, serberò per te il dono supremo della Determinazione”.
E lo Scorpione tornò al proprio posto.

Sagittario, io ti chiedo di far ridere gli uomini perché la loro incomprensione del mio pensiero li rende amari. Grazie al riso, tu dovrai dar loro la speranza che li riporterà verso di me. In questo modo tu toccherai numerosissime anime, pur solo per un istante, e ogni volta tu conoscerai l’inquietudine. A te, Sagittario, regalo l’Abbondanza infinita che potrai spargere fin negli angoli più bui per portarci la luce”.
E il Sagittario tornò al proprio posto.

“Da te, Capricorno, io aspetto il sudore della tua fronte, perché dovrai insegnare agli uomini a lavorare. Io tuo compito non è facile perché sentirai pesare sulle tue spalle la fatica dell’uomo. Affinché tu possa sopportarne il fardello, io ripongo fra le tua mani la Responsabilità dell’uomo”.
E il Capricorno tornò al proprio posto.

“A te, Acquario, io dò il concetto del futuro perché l’uomo possa oltrepassare i propri limiti. Tu conoscerai il dolore della solitudine perché non ti autorizzo a personalizzare il mio amore. Ma per aprire gli occhi dell’uomo ad altre prospettive, io ti regalo la Libertà. Essa ti permetterà di continuare a servire l’umanità ogniqualvolta sarà necessario”.
E l’Acquario tornò al proprio posto.

“A te, Pesci, io dò il compito più difficile di tutti. Ti chiedo di prendere su di te ogni pena dell’uomo e di consegnarmela. Le tue lacrime dovranno diventare la mie. La tristezza che tu assorbirai è il risultato della incomprensione dell’uomo verso il mio pensiero, ma dovrai usargli compassione affinché lui provi di nuovo. Per questo compito difficile, io ti regalo il dono più bello. Sarai l’unico mio figlio a comprendermi. Ma questo dono della Comprensione è riservato a te solo, Pesci, perché se tu provassi a parteciparlo all’uomo, non vorrebbe ascoltarti”.
E il Pesci tornò al proprio posto.

Allora Dio disse: “ognuno di voi possiede una parte del mio pensiero. Non dovrete sbagliare nella sua interpretazione né desiderare il dono dei vosti fratelli. Ognuno di voi è perfetto, ma lo saprete solo quando sarere Uno. Allora sarà rivelato ad ognuno di voi il mio pensiero nella sua completezza”

Una volta lasciato a se stesso, ogni figlio decise di mettere a buon frutto il dono ricevuto, ma nessuno dei dodici capì né il proprio dovere, né il proprio dono. Quando molto imbarazzati tornarono da Dio, questi disse loro: “credete tutti che il dono dell’altro sia più prezioso del vostro. Vi permetto dunque di scambiarli”. E per un istante ogni figlio conobbe l’estasi prospettando tutte le possibilità della sua nuova missione.

Ma Dio sorrise e disse: “tornerete da me parecchie volte per chiedermi di liberarvi dalla vostra missione e ogni volta esaudirò il vostro desiderio. Voi attraverserete un gran numero di incarnazioni prima di compiere la missione iniziale prescritta da me ad ognuno do voi. Vi concedo un tempo infinito per assolverla, ma potrete stare con me solo quando ciò sarà compiuto”.

(“Allegoria” di Martin Schulmann)

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