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IL PERSONAGGIO DELL’ACQUARIO: GIORGIO ROSA (“L’INCREDIBILE STORIA DELL’ISOLA DELLE ROSE”, 2020)


Non è facile descrivere l’Acquario, uno dei segni più complessi e “contraddittori”dell’intero Zodiaco. Nel suo dna astrologico, l’Aria delle idee e degli ideali si mescola alla natura ribelle e anticonformista di Urano (uno dei suoi governatori). Il risultato è un pensatore libero e perennemente fuori dal coro. Capace di abbracciare una visione diversa del mondo fino a diventare – a seconda dei casi – un precursore o un visionario. Ma oltre al progressista Urano, l’Acquario ha anche un altro governatore: Saturno. È da lì che prende quel suo lato più severo e inquadrato, spesso insospettabile all’esterno ma non per questo meno forte e presente. È da lì che vengono il rigore e l’autodisciplina, insieme a un latente timore di non essere compreso dagli altri. Ecco perché nell’Acquario convivono spesso estremi apparentemente inconciliabili: super-socievole, circondato da schiere di amici ma, allo stesso tempo, estremamente geloso dei propri spazi. Strenuo difensore di ogni forma di libertà, spesso va in crisi di fronte ai piccoli cambiamenti della vita quotidiana. Mescolando queste caratteristiche mi è venuto in mente Giorgio Rosa, l’ingegnere visionario de “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” interpretato da Elio Germano. Essendo un personaggio “reale”, poi, sono andato a controllare la sua data di nascita e… bingo: 19 febbraio, esattamente al confine tra Acquario e Pesci! Del resto, non poteva essere altrimenti. Giovane ingegnare, brillante ed eccentrico, non riesce a conformarsi a una società nella quale non si rispecchia e…se la crea da solo, la sua società. Una piattaforma marittima al largo delle coste di Rimini, fuori dalle acque territoriali italiane, dove stabilisce il suo personale “governo”. Questo è molto “da acquario”, un segno che come il suo opposto (il Leone) è nato per tenere in mano uno scettro. Ma mentre il Leone il trono se lo conquista a suon di ruggiti, l’Acquario fa qualcosa di molto più silenzioso. Si auto-esilia da una società che non rispecchia i suoi ideali, per costruirsene una nuova “su misura”. Una scelta da eremita, ma solo in apparenza perché essendo più suadente di un pifferaio magico, spesso il suo diviene un regno ben più popolato di quello che ha lasciato. Tant’è che “l’Isola delle Rose” da pezzo di metallo isolato in mezzo al mare, si trasforma in un autentico fenomeno sociale. Diventa l’espressione di un pensiero libero, incondizionato e “scomodo”, come lo è spesso l’innovazione agli occhi preoccupati della tradizione.

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