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IL REGISTA DEL LEONE: NANNI MORETTI


Con il Leone incontriamo nuovamente il Fuoco, elemento che esprime energia, grinta e vitalità. Quello del Leone però è un Fuoco diverso da quello dell’Ariete, che all’inizio della primavera ha dato il via al viaggio attraverso lo Zodiaco. Quello dell’Ariete infatti è il Fuoco che accende, esprime quello sprint necessario ad avviare qualcosa di nuovo. Quello del Leone invece è Fuoco che risplende. E’ la fiamma della creatività, la luce del protagonismo. Proprio come il Sole (che, non a caso, governa il segno) è sempre al centro del cielo ad elargire luce e calore. Del resto, il suo mese corrisponde all’esplosione estiva delle messi: ce n’è per tutti! A condizione però che la sua generosità sia apprezzata e riconosciuta come merita. Perché nulla rabbuia il Leone quanto la sensazione di essere messo in ombra, di non stare al centro della scena. E’ il segno delle “stars” per eccellenza: chiunque calchi un palcoscenico, mettendoci la faccia, da qualche parte nel tema di nascita ha forti valori in Leone. Ma, ancor prima, è l’archetipo di quel “ruggito di protagonismo” presente in ognuno di noi. E’ il nostro lato più eroico, quello che si manifesta attraverso l’orgoglio, la dignità, il desiderio di essere unici e di poter esprimere pienamente questo nostro splendore. Ecco perché a rappresentare il Leone nel nostro pantheon di registi non poteva che esserci lui: Nanni Moretti! Del resto, la sua capacità di stare su entrambi i lati della macchina da presa – sotto le luci del set così come sul trono del regista – è già di per sé molto “leonina”. E ancor di più lo è il fatto che, da attore, Nanni Moretti interpreti quasi sempre se stesso. La sua presenza in un film lo caratterizza a tal punto che sul dizionario enciclopedico Treccani figura il lemma “nannimorettiano”. D’altro canto basterebbe la frase “Io sono un autarchico” (il suo film del 1976) per svelarne la natura astrologica. Perché è un po’ come se il Leone dicesse: “io ruggisco quando mi pare, senza preoccuparmi di far troppo rumore, o di lasciare un silenzio, se non mi sento in vena di stare al centro della scena”. A costo di passare per “megalomane”, ha una grandissima capacità di ingigantire e valorizzare tutto ciò che tocca. “Caro diario”, ad esempio, per sua stessa ammissione doveva essere “solo” un cortometraggio. Allo stesso modo, la sua storia personale mostra alcuni tra i lati migliori del segno: il coraggio, la solarità, la capacità di affrontare a testa alta ogni circostanza della vita, i premi così come le prove.

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