Ambizioso e determinato, il Capricorno viene al mondo con un “Grande Progetto” di vita da portare a compimento, e non si dà per vinto finché non ha tagliato quel traguardo. Finché non ha piantato la propria bandierina sulla vetta della realizzazione, con una dedizione e un senso di responsabilità che non hanno pari nello Zodiaco. Può dare un’impressione fredda, distaccata, la sua autorevolezza incute spesso timore, ma sotto questa maschera c’è molto di più. C’è la vocazione a lasciare un segno che superi il tempo. E la consapevolezza che, per farlo, occorre tempo. Inutile prendere scorciatoie: saltando un passaggio, il risultato non torna. Inutile concentrarsi su fronzoli e apparenze: senza fondamenta solide, l’edificio non sta in piedi. C’è una personalità poliedrica, geniale quando scomoda che, pur sfuggendo ad ogni definizione, esprime molte qualità del Capricorno: quella di Adriano Celentano. Tutte le sfaccettature della sua identità artistica – attore, cantautore, showman, regista, autore televisivo e chissà quante altre ancora – riflettono la natura sprezzante ed incoercibile del suo segno. Le sue pause, i suoi silenzi rappresentano un’aperta sfida alle regole del sistema ma, ancor prima, un desiderio di non riconoscere altro sistema, se non quello fondato sull’intelligenza e sulla verità. Perché il Capricorno è così, tutto d’un pezzo. Non sempre le sue idee si rivelano vincenti (anche se, molto spesso, lo sono) ma una cosa è certa: pur essendo “molleggiato”, non si piega. Proverbiale è poi lo spirito imprenditoriale del segno, che Celentano ha espresso nel Clan, un’autentica “comune artistica” e vivaio di nuovi talenti che andò ben oltre i confini dell’etichetta musicale. Un’esperienza che gli valse inimicizie e traversie legali ma che era, in qualche modo, inevitabile perché un Capricorno “sotto padrone” proprio non ci sa stare.