Astro-Curiosità

L’ATTRICE DELLA BILANCIA: MONICA BELLUCCI


La Bilancia ci introduce nella seconda parte dello Zodiaco, un’area che riprende gli insegnamenti dei primi sei segni e li declina al plurale. In questa prospettiva, la Bilancia rappresenta una sorta di Ariete rielaborato al duale: mentre questi esprime l’intraprendenza individuale (“Io sono”), la Bilancia risponde “io e te, insieme, siamo”. Ed è proprio nella parola “insieme” la chiave per comprenderne l’essenza. Nel governo astrologico, le spettano il Ministero delle Relazioni ed una costante ricerca di equilibrio. Da là nasce l’attitudine al compromesso e alla mediazione, perché per fare spazio all’altro bisogna inevitabilmente rinunciare ad un pizzico del proprio individualismo. E sempre da là nascono il senso estetico e l’amore per il bello tipici del segno. Perché in fondo la bellezza non è altro che un’armonia delle forme, tant’è che la Bilancia ama le simmetrie, le forme rigorose, le proporzioni. Ama la bellezza dei canoni di Fidia o dell’Uomo Vitruviano di Leonardo. Sulla scia di queste considerazione, in rappresentanza del segno non potevo che scegliere Monica Bellucci, simbolo di fascino ed eleganza nel mondo. Perché rispecchia alla perfezione il senso di bellezza della Bilancia, che è prima di tutto classe, stile e buon gusto. E’ ricerca di un aspetto curato (forma di rispetto per se stessi e per gli altri) e rifiuto di atteggiamenti sguaiati o troppo vistosi. In un’intervista ha dichiarato: Non è obbligatorio avere un marito o un compagno. La solitudine non deve farci paura». Una frase che mi ha colpito molto perché la Bilancia è quasi “progettata” per avere un co-pilota, per cooperare e pensare per due. Questo la porta ad essere accondiscendente, attenta alle necessità dell’altro prima ancora che alle proprie. Fino ad arrivare talvolta all’eccesso di sentirsi “sola” quando si trova a doversi esporre da “solista”. Certo, la frase di Monica dice esattamente il contrario, ma quel «deve» tradisce in qualche modo la natura duale della Bilancia. Una simile attenzione all’altro, seppur virata più sul collettivo, la troviamo anche in Elio Germano… (LEGGI)

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