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ASTRO-QUARK: LE ERE ASTROLOGICHE 


LE ERE ASTROLOGICHE
Parte 1: Verso l’Età dell’Acquario

Ciao a tutti! Come state? Si parla tanto della famigerata Età dell’Acquario nella quale ci stiamo addentrando sempre più. Di cosa si tratta? E’ già iniziata? Quanto durerà e cosa porterà? E ancor prima: cosa sono queste “Ere” con le “E” maiuscola? E’ un discorso da approfondire perché solo mettendo a fuoco questo fenomeno, insieme al significato delle precedenti Ere, possiamo comprendere davvero il senso profondo di questa nuova Era dell’Acquario che vediamo albeggiare.

Per introdurre il discorso dobbiamo partire dalla cosiddetta “precessione degli Equinozi”, un fenomeno astronomico che dipende dal fatto che la Terra ha un asse di rotazione inclinato (all’incirca di 23°) che si muove attorno alla verticale un po’ come una trottola. E’ un movimento lentissimo (compie un’intera rotazione in 25.772 anni circa) a causa del quale i nostri riferimenti nello spazio circostante cambino, seppur in maniera quasi impercettibile. E ogni duemila anni circa cambia anche il segno che si viene a trovare in corrispondenza del “Punto Zero” dello Zodiaco all’Equinozio di Primavera. Negli ultimi duemila anni circa è stato il segno dei Pesci ad occupare quella posizione (dando vita all’Era dei Pesci, appunto), mentre adesso ci si sta andando a piazzare il segno dell’Acquario. Le Ere infatti si avvicendano in senso inverso rispetto a quello dei segni zodiacali, e quindi si passa sempre al segno precedente. 

Questo viaggio attraverso le Ere è un tema incredibilmente affascinante, che qui potrà essere appena accennato perché rischia di portarci molto lontano. Un viaggio grazie il quale il genere umano attraverso i millenni ha cambiato volto, conquistato nuovi traguardi di volta in volta simbolicamente risonanti con i segni collegati alle varie Ere.

Facciamo una rapida carrellata tanto per mettere a fuoco il senso del discorso.

L’Età del Cancro

Partiamo dall’Età del Cancro, probabilmente la più remota forse di cui abbiamo traccia (8.200-6.500 a.C. circa). Siamo alla fine dell’età della pietra, l’uomo adora la Madre Terra (Cancro), vive in tribù di matrice matriarcale e verso la parte finale dell’era diventa stanziale: inizia a mettere radici, a creare legami con la propria terra, tutti temi legati all’archetipo del Cancro. Al punto che l’esistenza stessa dell’individuo è probabilmente inconcepibile al di fuori del proprio clan familiare. 

L’Età dei Gemelli

La successiva Età dei Gemelli (6.500-3.750 a.C. circa) introduce una serie di conquiste legate proprio ai valori del segno dei Gemelli: movimento, pensiero, parola. E’ nel corso dell’Età dei Gemelli che nasce l’Epica di Gilgamesh, la più antica forma di narrazione (Gemelli) di cui abbiamo notizia. Alla fine dell’era, troviamo le prima forme di scrittura (ancora Gemelli) che segna il passaggio dalla preistoria alla storia. Dalle raffigurazioni ideografiche sulle rocce, alla scrittura cuneiforme Sumera, ai primi geroglifici egiziani, l’uomo comincia a comunicare e così facendo supera i limiti dello spazio e del tempo (molte di quelle raffigurazioni sono arrivate sino a noi. L’uomo conquista probabilmente una maggiore capacità di movimento individuale al di fuori del clan, tema che al tempo doveva rappresentare una grande spaccatura socioculturale, considerando che a quest’epoca risale il racconto di Caino (coltivatore stanziale) che uccide il fratello Abele (pastore nomade). 

Dall’Età dei Gemelli, percorrendo lo Zodiaco a ritroso, si approda all’Età del Toro (4.000-1.800 a.C. circa). Qua l’uomo conquista un primo concetto di civilizzazione basato principalmente sull’agricoltura e sullo sfruttamento delle risorse della terra (perfetta espressione dei valori del Toro). Nasce una prima forma di economia (e prima ancora di proprietà) basata sul possesso della terra, dei capi di bestiame. L’immagine del Toro inizia ad apparire ed essere adorata in tutta l’Eurasia fino all’estremo Oriente. Persino in Cina la testa del Toro diventa la divinità che protegge (guarda caso) l’agricoltura. L’uomo inizia inoltre a sapere fondere ed utilizzare i metalli, a cominciare proprio dal rame (tradizionalmente associato a Venere, governatore del Toro), poi associato al piombo per dare vita al bronzo. 

L’Età dell’Ariete

E tutto questo ci porta all’Età dell’Ariete (1.800 – 0 circa) e qui si spalanca un mondo. E’ l’età del ferro, elemento associato a Marte (governatore del segno). Del ferro che dà vita alle armi, simbolo di combattimento, affermazione e conquista (tutti valori perfettamente espressi dall’archetipo zodiacale dell’Ariete). E infatti è proprio nell’età dell’Ariete che l’uomo diventa conquistatore. È l’era che vede sorgere le civiltà del mediterraneo (greca e romana in primis). E’ l’era che valorizza l’eroismo individuale, espressione di un certo ego che non trovava spazio nella precedente età del Toro. Eroismo individuale perfettamente espresso da Mosè (uno dei simboli più affini all’età dell’Ariete), che da solo conduce il popolo d’Israele fuori dalla schiavitù verso la Terra Promessa.

Un cambio di polarità molto marcato rispetto all’età del Toro che si riflette anche in profondo cambiamento dell’iconografia. Durante l’era precedente, infatti, il Toro era sempre stato simbolo di fertilità e di prosperità. All’alba dell’età dell’Ariete, viene “superato”. Quando Mosè (emblema dell’Età dell’Ariete) scende dal monte Sinai con le tavole Comandamenti, trova il popolo in adorazione del vitello d’oro (che non è altro che un “toro”) e va su tutte le furie. Lo brucia e lo fa rinnegare agli ebrei, espressione dell’Età dell’Ariete che si lascia alle spalle quella del Toro. E tutta la mitologia di quel tempo è ricca di simboli analoghi (basti pensare all’uccisione del Minotauro).

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