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IL PERSONAGGIO DEL CANCRO: ROMA GAROFALO (“MAMMA ROMA” 1962)


Il Cancro completa il quadro degli elementi ed introduce nello Zodiaco l’Acqua, espressione delle emozioni e dei legami affettivi. E’ un segno “cardinale” (coincide cioè con l’inizio di una stagione) e questa sua qualità gli attribuisce un forte spirito d’intraprendenza. Una caratteristica che tiene forse po’ nascosta, della quale possiamo però comprendere la natura e la vocazione pensando all’archetipo del “materno”. E’ il genitore che protegge e accudisce, all’apparenza forse più docile ma sotto sotto il più forte e tenace. Un po’ come la mamma gatta: se ne sta per conto sua, magari fa pure due fusa ma… se le tocchi i cuccioli, si trasforma in una belva. Tanto che in un immaginario “Governo Zodiacale”, al Cancro andrebbe a tutti gli effetti il Ministero della Difesa (a spada tratta) della “tana”, della famiglia e – più su larga scala – dei diritti dei più indifesi. Allo stesso modo, poi, in un ipotetico ateneo, gli spetterebbe la Cattedra di Storia, perché ha un legame viscerale con il “passato” e con il “tempo perduto” (non a caso, Proust era Cancro). Ma prima ancora – e qui arriviamo al nucleo essenziale dell’archetipo – il Cancro è il segno delle radici, di tutto ciò che viene prima di noi e ci definisce (la famiglia, le tradizioni, la nazionalità) ed esprime il senso di appartenenza a ciò che ci ha dato i natali. C’è una pietra miliare del nostro cinema in grado di evocare la caratteristiche del segno sin dal titolo: Mamma Roma. A partire dall’indimenticabile Roma Garofalo, espressione del materno che lotta con le unghie e coi denti per difendere ciò che ha messo al mondo. Pronta a tutto pur di proteggere il figlio Ettore. A cambiar vita, città, frequentazioni pur di dargli ciò che è mancato a lei: un lavoro rispettabile ed un futuro migliore. Tutto questo è molto “cancerino” come lo è, per certi versi, la sua avversione all’amore di Ettore per Bruna, una ragazza più grande di lui e con un figlio già a carico. Mamma Roma vuole il meglio per lui, e qui scatta un altro luogo comune che vede nel Cancro l’espressione dell’eterno conflitto tra legami di sangue ed affinità elettive. O in altri termini, tra suocera e nuora. Del resto, l’archetipo del Cancro ha una “funzione” simile a quella del filo di un aquilone: da un lato ne limita il movimento, ma dall’altro impedisce che si perda nel cielo. Allo stesso modo il legame con le radici è un cordone ombelicale che, pur limitando talvolta i nostri passi con aspettative e condizionamenti, ci identifica, ci sostiene e, all’occorrenza, lotta per difenderci. 

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