A Scuola di Astrologia

UNA PASSEGGIATA NEL SISTEMA SOLARE, TRA ASTRONOMIA, ASTROLOGIA E MITO


E fino al 1781, il sistema solare finiva qui, proprio come gli attori sul palcoscenico dello Zodiaco. Dal Sole a Saturno, erano sette i protagonisti in scena. Quand’ecco che il 13 marzo 1781 William Herschel, un astronomo tedesco, punta il telescopio sulla costellazione dei Gemelli e scorge qualcosa che non si aspettava di trovare: un nuovo pianeta. Sorpresa! Ed ecco che URANO viene a simboleggiare proprio il “fattore sorpresa”, quella virgola di imprevisto che non ti aspetti e che, tutto d’un tratto, rimescola le carte in tavola. 

Non solo: la sorpresa di Urano frantuma i confini e, con essi, ogni precedente conoscenza che l’uomo aveva avuto fino a quel momento del sistema solare. Se c’era un altro pianeta oltre Saturno, ce ne sarebbero potuti essere altri due, o tre, o chissà quanti altri ancora. E infatti Urano nel lessico astrologico rappresenta anche il progresso, l’innovazione, la rivoluzione e tutto ciò che frantuma lo status quo per introdurre qualcosa di nuovo. Nel pantheon olimpico, porta il nome del dio del cielo (Urano), ma gli calza a pennello anche il mito di Prometeo, il titano che ebbe l’ardire di rubare il fuoco agli dei e di consegnarlo agli uomini, allo scopo di renderli indipendenti. Allo stesso modo, i “sismi” di Urano servono spesso proprio a rompere un sistema che imbriglia e creare le condizioni di una maggiore indipendenza. 

E se ci pensate, la seconda metà del ‘700 risuona potentemente dei valori di Urano. L’Illuminismo, la rivoluzione industriale, l’invenzione della macchina a vapore, l’automazione e le prime fabbriche. Ma anche la Rivoluzione Francese, il contratto sociale, l’indipendenza americana, e via così. Torna a più riprese nel Diciottesimo secolo questa parola (“rivoluzione”) che è forse la migliore sintesi di tutto l’universo dei valori Uraniani. E anche dal punto di vista astronomico, Urano è parecchio controcorrente. 

Ma non è finita qui. Dopo un Settecento di innovazione e di industrializzazione, entriamo nell’Ottocento, un secolo di recupero del senso della dignità umana, con la nascita delle prime organizzazioni umanitarie, con l’introduzione del concetto di “beneficenza” (che nasce per dare una mano a coloro che dal 700 non avevano tratto alcun beneficio, i disoccupati Dickensiani). E l’araldo di tutto questo è NETTUNO, scoperto da un francese nel 1848, pianeta del Romanticismo nel senso più alto del termine. Nettuno è il Graal. E’ quella forza misteriosa e potente che spinge l’uomo a guardare verso l’alto, ad interrogarsi sul senso della vita, e a superare i confini del proprio egoismo per raggiungere qualcosa di più alto ed universale. È questo il Nettuno degli ideali, signore dei Moti e delle Rivoluzioni dell’800, dei tanti che hanno reagito alle ingiustizie sociali del 700 con la propria vita. Ma Nettuno è anche il signore degli oceani, e come si sa le cose in acqua appaiono più grandi e vicine di come non siano in realtà.

Di conseguenza, Nettuno è sì il pianeta degli ideali e del sacrificio, dell’ispirazione e del l’elevazione spirituale. Ma è anche il pianeta della confusione, della perdita del senso del sé, che se ci fate caso è il rovescio della medaglia della rinuncia all’egoismo per sacrificare la propria vita ad un ideale. A forza di andare oltre me stesso per unirmi ad un senso di umanità più ampio, io perdo il senso dei miei confini personali. E infatti sempre nell’’800 abbiamo la nascita delle prime forme di “fuga dalla realtà”, dall’alcolismo alle prime tossicodipendenze, fino ad arrivare alle forme più elevate di traduzione artistica di questo senso di rifiuto del reale con i Poeti Maledetti. L’800 è anche il secolo della nascita della Croce Rossa e della medicina moderna. E’ il secolo che vede nascere la chirurgia grazie all’invenzione dei primi anestetici: in termini simbolici, un’altra forma di fuga dalla realtà. (continua)

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