A Scuola di Astrologia

UNA PASSEGGIATA NEL SISTEMA SOLARE, TRA ASTRONOMIA, ASTROLOGIA E MITO


Arriviamo al Novecento, e incontriamo PLUTONE, un pianeta che ha una storia tutta sua. Eh sì perché mentre Urano è apparso del tutto a sorpresa, e Nettuno è stato scoperto in un periodo in cui l’uomo del 1848 aveva altro a cui pensare (il famoso “Quarantotto”), Plutone è stato oggetto di una lunga ed affannosa ricerca. Ha impegnato i russi e gli americani, che ne hanno fatto un motivo di vanto, proprio come per la corsa allo spazio mezzo secolo dopo. In particolare, un magnate americano (Percival Lowell) dedicò tempo e risorse in una ricerca quasi ossessiva di questo fantomatico “Pianeta X”. Da alcune anomalie nelle orbite di Nettuno e Urano, infatti, se ne sospettava l’esistenza, ma nessuno era ancora riuscito a metterci gli occhi sopra. Lowell iniziò le sue ricerche nei primi anni 20. 

Fece costruire un sontuoso osservatorio in Arizona impegnato 24 ore su 24 a scattare e confrontare fotografie dello spazio remoto grazie ad un potentissimo telescopio. Fotografa, confronta e cerca l’intruso, come nella settimana enigmistica, il povero Lowell si guastò la vista e alla fine morì pure, senza soddisfare la sua bramosia di ricerca. Clyde Tombaugh, un giovanotto 24enne però poco dopo la morte di Lowell nel 1930 confrontando due immagini scattate mentre il magnate era ancora in vita lo avvistò!!!!! E la cosa sbalorditiva è che era sempre stato là, sotto gli occhi di Sir Percival, al quale non si era voluto svelare. Perché Plutone è così: piccolo (tanto da esser stato declassato a pianeta nano nel 2004 dalla comunità astronomica internazionale). E’ il più lontano dai raggi del sole, il più “buio” e nascosto. E forse proprio per questo “risuona” con l’aspetto più remoto e profondo del nostro sistema psicologico: l’inconscio. 

Per questo, in astrologia è associato alle paure, probabilmente perché ciò che non conosciamo ci spaventa, come l’attaccapanni nella nostra cameretta da bambini che, al buio, sembrava un mostro contorto. E’ associato ai nostri desideri, carburante grezzo che muove le nostre azioni. Proprio come in una automobile, perché quella benzina produce un movimento controllato occorrono moltissime “trasformazioni” (lo sterzo, le ruote) e allo stesso modo i desideri di Plutone sono istintivi, primordiali. Sono la fame, la sete, l’ambizione, il desiderio di affermazione. Se li lasciamo a briglia sciolta, possono sopraffarci. Ma se vengono meno, l’auto resta immobile. E’ un po’ il nostro “lato ombra”: è importante che ci sia e che venga portato alla luce. Del resto, nel pantheon olimpico Plutone è Ade, dio delle profondità del sottosuolo. E non sorprende che sia associato al petrolio, “oro nero” (oro=Sole/nero=Plutone) del sottosuolo ed elemento di ricchezza e potere che ha attraversato tutto il Novecento (il secolo di Plutone.). 

Oggi questo è avamposto più remoto del sistema solare, nonché l’ultimo attore codificato del cast astrologico. Ma chi può dire realmente che sia l’ultimo? Chi può escludere che i pianeti siano 12 anziché 10, come i segni zodiacali, come le case dello zodiaco, come i semitoni della scala cromatica, come le fatiche di Ercole e come tutta quella potente simbologia che ci suggerisce che la natura sia strutturata su base Dodici. 

Nel frattempo, negli anni ’70 è stato scoperto anche CHIRONE, un asteroide particolarmente importante al quale dedicherò a breve una serie di approfondimenti. Per il momento fermiamoci qui, perché Chirone è troppo significativo per dedicargli una postilla al termine di una già lunga passeggiata nel sistema solare. Come diceva Micheal Ende – indimenticabile autore de La storia infinita – «questa è un’altra storia e sarà raccontata in un altro momento». Per ora, spero di aver risvegliato un po’ della vostra curiosità per questo meraviglioso e misterioso universo che è il sistema solare. 

Un abbraccio e tutti!
Con amore,
xxx
S*

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